LEGGENDA ANDINA
Sull’onda della memoria ritorna questo profetico racconto che ho ascoltato sulle Ande.
“Un anziano sacerdote, Kyana Chuyma, mentre si avvicinavano gli invasori spagnoli, fuggì con il tesoro del Tempio di Taytacha Inti, il Padre Sole, e lo gettò nel sacro Lago Titijaja, alla frontiera peruviano-boliviana, tra le isole del Sole e della Luna, per metterlo al sicuro, prima di essere catturato e sottoposto a maltrattamenti e torture che lo lasciarono mezzo morto.
Il dio Taytacha Inti, per gratitudine, gli chiese di esprimere un desiderio che sarebbe stato esaudito: il vecchio sacerdote, ormai moribondo, non chiese nulla per sè, ma pregò che ai suoi compagni fosse donata la forza per sopportare le sofferenze alle quali sarebbero stati sottoposti dagli invasori; il dio Taytacha Inti, illuminando con la sua presenza la fredda notte andina, mostrò all’anziano sacerdote degli arbusti di tenere verdi foglioline: la pianta della Coca …
Kyana Chuyma convocò i suoi compagni e nella capanna dove gli si approssimava la morte li informò del dono del dio Taytacha Inti, raccontando di quelle foglioline il cui uso rituale, durante gli anni dell’oppressione a venire, li avrebbe aiutati a sopravvivere, fonte d’energia per il duro lavoro nelle miniere, nelle estenuanti camminate e nelle interminabili veglie dei pastori per valli e montagne.
Li rassicurò che, grazie all’uso delle foglie di Coca, avrebbero sopportato la fame e le fatiche, la sofferenza si sarebbe mutata in sensazione di benessere ed avrebbero anche potuto leggere i divini responsi della Coca, lanciando le foglie al vento.
Il vecchio sacerdote, però, preavvisò i suoi compagni che, se l’uomo bianco avesse tentato di ottenere dalla Coca quegli stessi vantaggi per sè, le verdi foglioline nelle sue mani si sarebbero trasformate in strumento di pazzia e di morte.”
Rare volte una profezia s’è avvicinata così tanto alla verità … ed alla realtà.
Ciao Emma, complimenti !
A presto