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Il FOLLETTO della COCA ai MONDIALI di CALCIO 1994
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La COCA: “EPPUR … è BUONA” …
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COSMOVISIONE ANDINA
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La COCA ed IO… nel CHAPARE BOLIVIANO

Il FOLLETTO della COCA ai MONDIALI di CALCIO 1994

Curiosamente – ed anche a significativa dimostrazione che la sacra Coca verde incessantemente ricompone l’armonia della cosmovisione – il folletto della Coca sicuramente si divertì un mondo, intrufolandosi nel sacchetto del sorteggio per i Mondiali di Calcio 1994.

Infatti la partita inaugurale … si giocò in Bolivia, culla andina della Coca, tra la Germania, nazione dove si isolò la cocainae gli Stati Uniti d’America, uno dei Paesi dove si consuma più polvere bianca e … patria della Coca Cola.

La COCA: “EPPUR … è BUONA” …

 “Eppur … si muove” … così affermava Galileo Galilei a proposito del movimento della Terra intorno al Sole ed all’immobilità dell’astro Re, sostenendo la teoria copernicana; fu accusato di eresia, negletto dalla società a lui contemporanea e morì solo, abbandonato e quasi cieco; tuttavia ai giorni nostri a nessuno verrebbe in mente di contraddire la confermata ipotesi galileiana.

Erythroxylum Coca è una pianta arbustiva di circa un metro d’altezza, con foglie lanceolate verde brillante, fiori di un bianco cremoso e frutti ovaloidi simili a bacche rossastre; si coltiva e cresce sulle pendici amazzoniche delle Ande, tra 600 e 2000 metri d’altitudine.

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COSMOVISIONE ANDINA

In tutte le culture originarie – ed accentuatamente nel mondo andino – si mantiene solido nel cammino dei secoli il concetto della cosmovisione, che si basa sulla cosmogonia, fase mitologica della spiegazione del mondo, cioè quella visione globale della realtà in tutte le sue sfaccettature e manifestazioni, il cui obiettivo finale è l’armonizzazione d’ogni elemento, materiale o spirituale, individuale o collettivo, che riconosce le diversità e le pluralità come ricchezze nell’unità.

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La COCA ed IO… nel CHAPARE BOLIVIANO

Durante l’operazione di solidarietà Rayos de sol nel Chapare boliviano, alla sera uomini e donne si riunivano, alla luce della lampada a petrolio, davanti al tavolo su cui era predisposto il tappetino con le foglie.

Senza averne ancora piena consapevolezza, ero passivamente partecipe del rituale della sacra Coca verde, assorbendo l’aura di retaggi ancestrali che mai mi avevano così intensamente convocata; sebbene avessi ben colto la sacralità misteriosa della Coca nella dimensione comunitaria, tuttavia m’incuriosiva quali fossero  i meccanismi per cui la Coca era ritenuta fonte d’energia fisica e psichica.

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